giovedì 12 novembre 2015

Perchè 2000 Persone Nel Mondo Hanno Lo Stesso Sogno Ricorrente


Di per sé, è già molto insolito che due persone facciano lo stesso sogno. Ma è decisamente strano che circa 2 mila persone in tutto il mondo affermino di avere lo stesso sogno ricorrente. Chi è l’uomo che così tante persone hanno incontrato nei loro sogni? C’è una spiegazione scientifica che può spiegare questo singolare fenomeno o abbiamo a che fare con un altro mistero irrisolto? A voi decidere cosa pensare di questa storia singolare.
Questa curiosa storia comincia nel gennaio del 2006 nella città di New York, quando la paziente di un noto psichiatra disegna il volto di un uomo che è apparso in maniera ricorrente nei suoi sogni.
Secondo la donna, l’uomo in più occasioni le avrebbe dato consigli preziosi sulla sua vita privata. La donna ha più volte affermato di non aver mai incontrato nella vita reale questo misterioso uomo che appare nei suoi sogni.
Il disegno viene dimenticato sulla scrivania dello psichiatra per alcuni giorni, finché un altro dei pazienti dello specialista non vede il disegno riconoscendone il volto di un uomo che visita ricorrentemente i suoi sogni. Anche quest’altro paziente afferma di non aver mai incontrato l’individuo misterioso durante la veglia.
Sorpreso dall’accaduto, lo psichiatra decide di inviare il ritratto ad alcuni suoi colleghi che seguono pazienti con sogni ricorrenti. Nel giro di pochi mesi, ben quattro pazienti riconoscono il volto dell’uomo come presenza frequente nei proprio sogni. Dal gennaio 2006 fino ad oggi, almeno 2 mila persone in tutto il mondo dicono di aver visto quest’uomo nei loro sogni.
Al fine di aiutare coloro che hanno visto l’uomo nei loro sogni e favorirne la conoscenza reciproca, è stato realizzato un sito web (thisman.org) dove la questione è trattata in maniera più dettagliata. Al momento sembra non esistere nessuna relazione accertata o tratto comune tra le persone che hanno sognato l’uomo. Inoltre, non è stato trovato ancora nessun uomo esistente che somigli a quello del ritratto.
Ma perché così tante persone di ogni angolo del pianeta, uomini e donne, incontrano lo stesso uomo nei loto sogni? La prima possibilità che è stata vagliata è che tutte queste persone semplicemente mentono; se invece assumiamo che tutte le testimonianze sono genuine, allora esistono delle teorie che sono state avanzate da alcuni specialisti, tra cui psichiatri e filosofi.
Teoria archetipica: secondo un interpretazione della teoria psicoanalitica di Carl Gustav Jung, il volto dell’uomo potrebbe essere un’immagine archetipica che appartiene all’inconscio collettivo e che può emergere in alcuni soggetti durante periodi di particolari difficoltà emotive, di sviluppo, circostanze stressanti o cambiamenti drammatici nella nostra vita.
Teoria religiosa: secondo questa teoria, il sogno si configurerebbe come una teofania, nella quale il volto dell’uomo sarebbe il volto scelto dal Creatore per mostrarsi alle sue creature, o almeno uno dei volti scelto per manifestarsi ad alcune delle sue creature. Secondo le molte testimonianze, l’uomo fornisce preziose indicazioni per la vita di coloro che lo incontrano in sogno.
Teoria del condizionamento: è la teoria più interessante, dal punto di vista dell’Ipotesi del Complotto, ma è anche quella che ha minore rilevanza dal punto di vista scientifico. Secondo i suoi sostenitori, l’uomo sarebbe una persona reale capace di entrate nei sogni altrui per mezzo di specifiche competenze psicologiche.
Alcuni credono che il volto dell’uomo sia lo stesso di quello nella sua vita reale, altri, invece, pensano che l’uomo nei sogni sia completamente differente rispetto a come compare nella realtà. Alcuni teorici del complotto suppongono che dietro quest’uomo sia in corso un esperimento di condizionamento mentale sviluppato da un’organizzazione segreta.
Teoria dell’imitazione: secondo l’interpretazione psicosociologica, il fenomeno potrebbe essere sorto per caso, sviluppandosi progressivamente per imitazione. Fondamentalmente, quando alcune persone vengono a conoscenza del fenomeno, ne rimangono così impressionate da cominciare a vedere il volto dell’uomo nei loro sogni.
Teoria del riconoscimento: secondo questa teoria, le apparizioni del volto di quest’uomo nei sogni delle persone è puramente casuale. Normalmente, non ricordiamo esattamente i volti delle persone che vediamo nei nostri sogni. L’immagine di quest’uomo sarebbe quindi un falso riconoscimento che il soggetto opera nel suo stato di veglia, dando contorni precisi ad un’immagine onirica altrimenti indefinita.
Nonostante le tante teorie proposte, ad oggi il curioso fenomeno resta ancora senza una spiegazione definitiva. Se anche tu hai visto QUEST’UOMO nei tuoi sogni, allora puoi raccontare la tua esperienza sul sito ufficiale e collaborare a spiegare questa singolare X-File dei tempi moderni.

mercoledì 11 novembre 2015

Ecco Chi Decide La Fame Nel Mondo Controlla il Nostro Cibo e Ci Tratta Come Polli D'allevamento


Che ci crediate o meno, il cibo è uno degli strumenti di controllo più potenti del Sistema, a livello economico e politico. C’è quindi qualcuno che ha interesse a decidere «se», «come» e «quanto» cibo farci arrivare. 

È attraverso la scarsità di una risorsa che è possibile controllare chi quella risorsa fa fatica a procurarsela. E così il nostro sistema si basa sulla scarsità. Scarsità di denaro, scarsità di cibo. Il controllo della società attraverso la scarsità è un modello socio-economico-politico teorizzato da Henry Kissinger, ex consigliere del Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti (carica che ha ricoperto dal 1969 al 1977) e premio Nobel per la Pace nel 1973 (e bisognerebbe aprire una parentesi sui legami tra le commissioni per i premi Nobel e il Sistema stesso, dato che oltre a Kissinger, anche Obama pare ne abbia vinto uno sempre per la pace…). 

Una delle frasi più celebri di Kissinger è: «Control oil, and you control nations». 
Controlla il petrolio e controllerai le nazioni. 
Vi dice nulla questa frase, alla luce della politica estera adottata dagli Stati Uniti? 
Ma c’è una frase meno celebre, ma ancora più scioccante dello stesso Kissinger, che dice: «Control food, and you control the people». 
Controlla il cibo, e controllerai le persone. 
E come si può controllare il cibo? La risposta è duplice: controllando la terra e controllando i semi. Vediamo come. 

Land Grabbing è il titolo di un libro scritto dal giornalista d’inchiesta Stefano Liberti che espone uno dei fenomeni più recenti della nostra economia: l’accaparramento di terre. Cosa significa accaparrarsi le terre? Vuol dire impossessarsi fisicamente di un’estensione più o meno grande di terreno, al fine di sfruttarlo per la coltivazione. Questo mercato ha cominciato a svilupparsi e crescere in modo impressionante negli ultimi anni, proprio quando il mercato finanziario stava subendo un momento di crisi e aveva bisogno di nuovi business. Il «landgrabbing» sta coinvolgendo molti investitori privati (le banche in primis!) ma anche istituzionali, tra cui addirittura alcuni Stati che hanno insufficienti terre coltivabili all’interno dei propri confini nazionali per garantire approvvigionamento alimentare a tutta la propria popolazione. 

Quali terre sono soggette all’accaparramento? Di certo non quelle europee né quelle degli altri paesi già industrializzati. Le terre oggetto di questo fenomeno sono quelle dei paesi del Terzo Mondo, come quelli africani. Lì è pieno di campi da coltivare, magari attualmente occupati da qualche tribù di contadini che non hanno nemmeno un atto di proprietà per rivendicarne il possesso o il diritto a occuparli. E allora per il rappresentante istituzionale di uno stato occidentale che si presenta in giacca e cravatta diventa facile stringere un accordo commerciale con i politici dello stato africano in questione: con cifre irrisorie e in poco tempo ci si accaparra letteralmente l’esclusiva di sfruttamento di un terreno per la durata di decenni. 

Volete qualche esempio? 
Guardiamo il caso della Daewoo. La Daewoo è una multinazionale coreana impegnata in attività di diverso genere, tra le quali, ad esempio, la produzione di automobili e di navi e la realizzazione di prodotti elettronici e di precisione per l’industria. Nel 2008 l’azienda coreana firmò un accordo con il governo del Madagascar secondo il quale la stessa Daewoo avrebbe acquisito l’esclusiva di sfruttamento di 1,3 milioni di ettari di terra presenti nell’isola africana per i successivi 99 anni. Considerando che in Madagascar il totale delle terre coltivabili ammonta a 2,5 milioni di ettari, significa che la Daewoo si era aggiudicata la gestione di più della metà della terra coltivabile sull’isola! 

E come avrebbe dovuto utilizzare quelle terre, la Daewoo? Secondo l’accordo siglato dalle due parti, quelle terre sarebbero dovute diventare monocolture intensive di cibo e di biocarburante. 
«A quale prezzo?», vi chiederete voi ora. 

A meno di 3 dollari all’ettaro all’anno. Per un periodo di 99 anni! 
E con quali garanzie? Solo una: quella di costruirvi anche delle infrastrutture che contribuissero al progresso tecnologico dell’isola: costruzione di porti, autostrade, impianti di irrigazione, linee elettriche, scuole, ospedali (oltre a quella di fornire chissà quali vantaggi o favori ai politici locali…). 
C’è poi un secondo modo per controllare la produzione di cibo. 
Infatti, se io non posso acquistare la terra di un contadino, come posso fare per controllarlo ugualmente?Controllo quello che lui coltiva! 

Ogni anno il contadino deve piantare le sementi da cui far crescere cereali, verdure e ortaggi. Nell’immaginario comune, quando le sue piante avranno dato i propri frutti, l’agricoltore conserverà alcuni dei semi per poterli ripiantare l’anno successivo. 
Ma come funziona oggi il mercato dei semi? 
Rispecchia ancora questo schema naturale vecchio di millenni? Non più. 
Oggi le aziende produttrici di sementi hanno creato piante in grado di fruttificare una sola volta. Tali piantine daranno sì frutti o verdure buone, ma i cui semi non sono fertili, perciò inutilizzabili ai fini di una nuova semina. L’anno successivo, perciò, il contadino che aveva acquistato quella determinata pianta sarà costretto a ritornare a comprare altre piantine. 

E se al posto della piantina il contadino comprasse semi, la situazione sarebbe sempre di dipendenza. Quei semi produrranno per un solo anno, e poi saranno sterili. 
Oggi il mercato dei semi a livello mondiale è dominato da tre società, che insieme detengono il 53% del totale del mercato: Monsanto (che da sola detiene circa il 27% del mercato), Dupont e Syngenta (quest’ultima è uno spin-off di Novartis, la multinazionale svizzera produttrice di farmaci…). 
Ma da dove nasce tutto questo? Come hanno fatto queste aziende ad affermarsi e a imporre il loro mercato di semi brevettati e sterili? 
Nel 1994, durante un incontro del WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, su pressione degli Stati Uniti venne fatta approvare una norma per la quale si sarebbero potuti brevettare anche gli organismi viventi. Cosa significa? Significa che, da quella data in poi, le aziende avrebbero potuto creare semi ibridi o geneticamente modificati e poi brevettarli: i loro semi, coperti da brevetto, non si sarebbero più potuti piantare senza l’autorizzazione della stessa azienda proprietaria del seme. 

Da quel momento, quindi, i contadini sono stati costretti a comprare annualmente i semi da piantare. Ma c’è di più. Per ogni seme brevettato, le aziende vendono in abbinamento i propri fertilizzanti o pesticidi, senza l’uso dei quali i loro semi difficilmente potranno essere produttivi. Per intenderci, un agricoltore che decide di piantare un seme Monsanto non può usare un fertilizzante Dupont: rischia di uccidere il seme. Dovrà usare il fertilizzante Monsanto, e per farlo deve firmare un contratto assai vincolante, che lo sottopone a diversi controlli e lo obbliga a ricomprare i semi di anno in anno. 

L’idea di abbinare i fertilizzanti e i pesticidi ai semi brevettati trae origine dall’azienda Monsanto. Prima degli anni 1970 la multinazionale statunitense faceva tutt’altro che sementi: produceva prodotti chimici, tra cui il famoso Agente Arancio che, durante la guerra in Vietnam, serviva a distruggere tutta la vegetazione dietro la quale i vietcong si mimetizzavano per infliggere dolorose imboscate all’esercito statunitense. 
Quando poi la guerra in Vietnam giunse al termine, con la delusione di tutto il popolo statunitense per le grandi energie impiegate e le perdite subite, la Monsanto capì che il mercato bellico si era di molto ridimensionato e dovette cercarsi un altro settore per creare un nuovo business. Lo trovò nel mercato agricolo, dapprima con i fertilizzanti, e successivamente con le sementi ibride e geneticamente modificate. 

martedì 3 novembre 2015

Si Comincia a Parlare Del Microchip Sottocutaneo, La Finestra di Overton è Aperta

Siamo arrivati già ad una fase molto avanzata, della tecnica di Overton, per far accettare alle persone anche le cose che mai avrebbero accettato in condizioni normali.
Si tratta della questione legata al controllo tramite microchip, reminiscenze bibliche citavano infatti che poco prima del grande cambiamento epocale, ci sarebbe stato un mondo fatto di morti che camminano e nel quale tutti sarebbero stati marchiati con il simbolo della bestia che domina il mondo, cioè l’arma più grande di tutte quella perfetta per il controllo sociale il denaro, che è anche lo sterco del diavolo, senza il quale non sei nessuno, pure essendo magari la persona migliore del mondo. Senza il denaro non puoi ne comprare ne vendere, quindi andiamo a vedere come l’evoluzione del denaro stia diventando il marchio della bestia.
Per esserci una commercializzazione ci deve essere un prodotto da comprare o da da vendere, bene presto saremo noi stessi questo prodotto, i nostri corpi lo saranno.
Siamo già quindi trattati come prodotti e sotto la costante minaccia della scarsità di denaro, siamo obbligati a perdere il nostro tempo la nostra vita per procurarci un bene reso scarso volontariamente ed in modo innaturale. Eppure il denaro pur essendo stampato dal nulla, è quindi a tutti gli effetti un pezzo di carta colorato al quale noi attribuiamo un valore che in effetti non ha. Un tempo di usavano le conchiglie o le foglie di salvia, quindi è una pura convenzione, chi usa questa arma contro di noi.
Un’ arma efficacissima il denaro, il nome della bestia o il 666 marchio della bestia, che guarda caso troviamo già su tutti i prodotti identificati con un codice a barre:
Oppure il 666 è il www di internet, la lettera W è la sesta lettera del suo alfabeto e quindi viene identificata col numero 6
Ed ecco arrivare la loro evoluzione in uno strumento col quale sarà possibile entrare direttamente dentro al corpo delle persone, marchiandolo come fosse un prodotto e gestendolo come tale:
Ora che sappiamo cosa vogliono farci, cioè trasformarci in merci, rendere i nostri corpi oggetti, sappiamo anche se vogliamo o no farci impiantare dentro al nostro unico corpo un chip elettronico con tutte le conseguenze sulla salute che ne derivano.
Vi lascio questo altro video come spunto di riflessione per capire cosa già hanno fatto in passato:
Ora che sapete fate le vostre scelte.

Il Cibo OGM Fa Male: Scienziati in Tutto il Mondo , Minacciati , Lo Dicono

Scienziati coraggiosi, in tutto il mondo hanno indagato sui pericoli  degli OGM  per la salute. Regolarmente sono stati messi a tacere con minacce e diffamazioni . Strana scienza che ha bisogno di questi metodi…
Dal sito del dr Mercola (www.mercola.com), ripropongo nel seguito la traduzione dell’articolo di Jeffrey Smith (del 2010), che testimonia che scienziati, coraggiosi, in tutto il mondo hanno indagato sui pericoli e le ambuguità degli OGM sulla salute e lo hanno detto. Regolarmente sono stati messi a tacere con minacce, diffamazioni e soprusi. Strana scienza che ha bisogno di questi metodi…
Jeffrey Smith, è autore di best-seller a livello internazionale e produttore di film; è anche il portavoce principale sui pericoli sulla salute dei cibi geneticamente modificati. Il suo primo libro “I Semi dell’Inganno” è il primo libro in classifica a livello mondiale. Il suo secondo libro: Roulette Genetica: I rischi documentati sulla salute dei Cibi geneticamente Modificati, fornisce ampia prova che gli OGM sono pericolosi e non dovrebbero mai essere introdotti. Egli è il direttore dell’Istituto per la Tecnologia Responsabile; la Campagna per Cibi più Sani in America di cui si fa promotore l’Istituto vuole creare un punto di svolta per quel consumatore che rifiuta gli OGM e in tal modo vuole spingere la fuoriuscita degli OGM nella fornitura di cibo.
Arpad Pusztai é il biologo considerato nel suo campo il maggior esperto mondiale.
All’inizio degli anni 90, al Dott. Pusztai fu assegnato dal governo britannico il progetto per testare in sicurezza gli organismi geneticamente modificati (OGM). La sua squadra comprendeva più di 20 scienziati che lavoravano in tre sedi, tra cui l’istituto Rowett ad Aberdeen, Scozia, considerato il top dei laboratori di ricerca nutrizionale in Inghilterra e dove vi lavorò per 35 anni.
I risultati del lavoro del Dott. Pusztai dovevano diventare protocolli base per i test da eseguire in tutta Europa. Ma quando nutrì i ratti con presunte innocue patate OGM, le cose non andarono come previsto. In soli 10 giorni, gli animali svilupparono potenziali cellule di crescita pre-cancerogene, cervelli, fegati e testicoli più piccoli, fegati parzialmente atrofizzati e sistemi immunitari danneggiati. Per di più, la causa si trovava quasi certamente negli effetti collaterali derivanti dallo stesso processo di ingegneria genetica. In altre parole, i cibi OGM sul mercato, che vengono creati con lo stesso processo, avrebbero avuto simili effetti sugli umani.
Con il consenso del direttore dell’Istituto, Pusztai fu intervistato alla TV e espresse le sue preoccupazioni riguardo ai cibi OGM. Diventò un eroe al suo istituto – per due giorni. Poi arrivarono telefonate al direttore dell’istituto dall’ufficio del primo ministro favorevole agli OGM. La mattina seguente, Pusztai fu licenziato. Fu messo a tacere con minacce di una causa legale, la sua squadra fu smantellata e i protocolli non furono mai attuati. Il suo Istituto, l’industria biotecnologica, e il governo inglese sostennero tutti assieme una campagna diffamatoria per distruggere la reputazione di Pusztai. Alla fine, un invito a parlare davanti al Parlamento revocò l’ordine di interdizione a pubblicare che gli era stato imposto e la sua ricerca fu pubblicata sulla prestigiosa rivista Lancet. Non ci sono studi simili e approfonditi che siano stati ancora testati sui cibi OGM,
consumati ogni giorno dagli Americani.
Irina Ermakova
Irina Ermakova, uno scienziato senior all’accademia Nazionale Russa delle Scienze, fu scioccata dallo scoprire nel suo test che più delle metà dei piccoli di topo, le cui madri venivano nutrite con farina di soia OGM comperata al supermercato, morivano entro tre settimane. Invece i piccoli di topo  di madri alimentate con soia non-OGM, hanno presentato un tasso di mortalità solo del 10%. L’esperimento fu ripetuto tre volte con risultati simili.
Quando riportò queste scoperte preliminari a una conferenza tenuta nell’Ottobre 2005, chiedendo alla comunità scientifica di replicare il suo studio, fu attaccata e diffamata e le fu ordinato di non proseguire con altre ricerche su cibi OGM. I campioni furono rubati dal suo laboratorio e un documento fu persino bruciato sulla sua scrivania. Uno dei suoi colleghi tentò di  confortarla dicendole: “Forse la soia GM risolverà il problema della sovra-popolazione”.
Nel novembre 2005, il fornitore di cibo per topi del laboratorio dove la dott.ssa Eramkova lavorava iniziò ad introdurre la soia OGM  nei preparati. A questo punto tutti i ratti la stavano mangiando. Dopo due mesi, la dott.ssa Ermakova chiese agli altri scienziati riguardo alla mortalità infantile nei loro sperimenti. Era schizzata a più del 55%.
Sono trascorsi quattro anni da quando sono state riportate queste scoperte. Nessuno ha ancora ripetuto lo studio della dott.ssa Ermakova, anche se costerebbe solo poche migliaia di dollari.
Andrés Carrasco
L’embriologo Andrés Carrasco dichiarò a un testata giornalistica di Buenos Aires, i risultati della sua ricerca sul Roundup, l’erbicida venduto assieme alle colture “Pronte per il Roundup” geneticamente progettate della Monsanto.
Il dott. Carrasco, che lavora in Argentina per il Ministero della Scienza, affermò che i suoi studi sugli anfibi suggeriscono che l’erbicida potrebbe essere la causa di difetti nel cervello, intestino e ai cuori dei feti. Inoltre, la quantità di Roundup usata nei campi di soia transgenica era superiore di 1,550 volte rispetto a quella che ha creato tali difetti.
Tragicamente, la sua ricerca fu inspirata dall’esperienza di contadini disperati e dalle comunità di indigeni che soffrivano a causa dell’esposizione a erbicidi tossici sui campi di soia transgenica in tutta l’Argentina. Secondo un articolo di Grain, l’industria biotech “montò un attacco senza precedenti su Carrasco, mettendo in ridicolo la sua ricerca e arrivando persino a minacce personali”. Avvocati Ambientalisti dell’Associazione Argentina aprirono una petizione per bandire il Roundup e il ministro della difesa ha bandito la soia transgenica dai campi.
Judy Carman
L’epidemiologa Judy Carman era solita investigare lo scoppio di malattie per uno stato del governo Australiano. Sa che i problemi di salute associati con i cibi OGM potrebbero essere impossibili da rintracciare o potrebbero volerci decenni per scoprirli e che ad oggi  sono stati compiuti studi superficiali su animali alimentati per breve periodi, che  non considerano altri fattori quali  “la biochimica, l’immunologia, il tessuto patologico, la funzione dell’intestino, del fegato e dei reni” e sono troppo brevi per verificare il cancro, o problemi con la riproduzione o per la salute dei bambini.
La dott.ssa Carman ha criticato il processo di approvazione degli OGM da parte della Pubblica Associazione della Salute dell’Australia e parla apertamente delle sue preoccupazioni. Come risultato, lei fu ripetutamente attaccata. Gli scienziati a favore degli Ogm minacciarono azioni disciplinari attraverso il Vice-Cancelliere e fecero circolare una lettera diffamatoria al governo e agli ufficiali universitari. Alla Dott.ssa Carman fu assegnata una borsa di studio dal governo dell’Australia dell’Ovest per condurre alcuni dei pochi studi sulla nutrizione di animali a lungo termine. Apparentemente preoccupati per quello che avrebbe potuto scoprire, i propugnatori degli OGM scrissero lettere al governo chiedendo che il sussidio le fosse revocato.
Uno scienziato tentò di convincere il Ministro dell’Agricoltura dell’Australia dell’Ovest presentando un resoconto che riassumeva soltanto 60 ricerche su animali nutriti con OGM, una quantità infinitesimale di ricerche per giustificare l’esposizione dell’intera popolazione ai cibi OGM. Un’indagine più accurata invece mostrò che la maggior parte dei 60 casi non erano affatto studi sulla sicurezza. Erano studi sulla produzione, misurazione, per esempio del peso delle carcasse degli animali. Soltanto 9 contenevano dati applicabili alla salute umana. E 6 su 9 mostravano effetti avversi in animali alimentati a prodotti OGM! La dott.ssa Carman sottolineò che quel resoconto “non supporta i dati  che le colture OGM siano sicure da cibarsene. Al contrario, fornisce le prove che le colture OGM potrebbero essere dannose per la salute.”
Terje Traavik
“I Filippini che vivono vicino a campi coltivati a mais OGM sviluppano gravi sintomi durante l’impollinazione del mais; m
ateriale genetico inserito nelle colture OGM si è trasferito sugli organi dei ratti dopo un singolo pasto; e le ipotesi sulla sicurezza di virus geneticamente progettati sono capovolte, richiamando la questione sulla sicurezza di usare questi virus nei vaccini”.
L’industria biotecnologica attaccò senza pietà il Dr. Traavik. I pretesti? Presentò del lavoro non pubblicato. La presentazione di dati preliminari a conferenze di professionisti é una vecchia tradizione nell’ambito della scienza, qualcosa a cui l’industria biotecnologica stessa fece affidamento nel 1999 tentando di contraffare le prove che le farfalle erano in pericolo d’estinzione a causa del mais OGM.
Per ironia della sorte, tre anni dopo aver messo in discussione il lavoro di Traavik, gli stessi proponenti criticarono duramente una pubblicazione paritetica per non aver citato dati non pubblicati che furono presentati in una conferenza. Il documento mostra come il mais Bt OGM che era caduto in ruscelli può uccidere “le larve delle mosche”, il che potrebbe gravemente sconvolgere gli ecosistemi marini. Lo studio fece partire una serie di attacchi contro il suo autore, l’ecologista Emma Rosi-Marshall.
Le aziende Impediscono Studi Sulle loro Colture OGM.
Quando alla Ohio State University l’ecologista Allison Snow scoprì i problematici effetti collaterali nei fiori di girasole OGM, la Pioneer Hi-Bred International e la Dow AgroSciences bloccarono ulteriori ricerche rifiutandosi di fornire altri semi e geni OGM.
Dopo che Marc Lappé e Britt Baley scoprirono importanti riduzioni degli isoflavoni contro il cancro nei semi di soia OGM della Monsanto, il venditore dei semi, Hartz, gli disse che quei campioni non potevano più essere forniti.
La ricerca di un genetista su vegetali in una importante università americana fu anche ostacolata quando le due società gli rifiutarono del mais OGM.  Infatti, quasi nessuno studio indipendente viene condotto visto che potrebbe trovare problemi. In un articolo scottante di un opinionista, uscito su Scientific American nell’agosto 2009, si diceva: “ le aziende Agritecnologiche si sono concesse il potere di veto sui lavori svolti da ricercatori indipendenti… Solo studi che le compagnie produttrici di sementi hanno approvato, vedranno la luce in giornali paritari.”
Un gruppo di 24 scienziati che si occupano del mais e degli insetti protestarono contro questa restrizione in una lettera inviata all’Agenzia della Protezione Ambientale. Essi ammonirono che l’impossibilità di avere accesso alle sementi OGM da parte delle aziende biotecnologiche significa che ci può non essere una vera ricerca indipendente su questioni critiche. Per certo gli scienziati non hanno reso note le loro identità per paura di rappresaglie da parte delle aziende. L’accesso ristretto non si limita agli Stati Uniti. Quando uno scienziato giapponese volle condurre studi sul nutrimento degli animali con semi di soia GM per esaminarle, in Giappone sia il governo sia il produttore delle sementi, la Dupont ,si rifiutarono di fargli avere dei campioni.
Il professore ungherese Bela Darvas scoprì che il mais OGM della Monsanto mette in pericolo specie in via d’estinzione nel suo paese. La Monsanto immediatamente non gli fornì più sementi. Il Dott. Darvas successivamente tenne una conferenza sulle sue scoperte preliminari e riscontrò che stava circolando un resoconto falso e incriminante sulla sua ricerca. Risalì a un’addetta alle relazioni pubbliche della Monsanto, la quale sosteneva che questa ricerca apparve misteriosamente sulla sua scrivania, così la fece circolare mezzo fax.
Contaminazione da OGM: Non Fate Domande e Soprattutto Non Parlatene.
Nel 2005, uno scienziato raccolse campioni di sementi da tutta la Turchia per valutare l’estensione della contaminazione da varietà OGM. Secondo il quotidiano Turkish Daily News,  proprio prima che le sue sperimentazioni fossero completate, la dottoressa fu assegnata a un altro dipartimento e le fu negato l’accesso al laboratorio.
Si chieda a Ignacio Chapela, un ecologista microbiologo dell’Università di Berkeley. Nel 2001, scoprì che alcune varietà di mais indigeno in Messico  — paese fonte della diversità genetica mondiale del mais – furono contaminate tramite l’impollinazione con varietà OGM. Il governo bandì il mais OGM per prevenire proprio questa possibilità, ma evidentemente il mais americano che viene importato come cibo è stato piantato comunque.
Il Dott. Chapela sottopose le sue scoperte a Nature, e per cortesia di cui successivamente si pentì, informò il governo Messicano della sua prossima pubblicazione. Fu convocato per un incontro con un furente Direttore della Commissione per la Biosicurezza e per gli OGM. La conferma di Chapela della contaminazione avrebbe ostacolato l’introduzione del mais OGM. Fu minacciato e le intimidazioni implicavano persino: “Sappiamo dove i tuoi bambini vanno a scuola”.
Quando un Chapela traumatizzato, non dava ancora cenno di fare marcia indietro, allora il Sottoministro all’agricoltura gli fece recapitare un fax affermando che a causa del suo documento scientifico, Chapela sarebbe stato considerato personalmente responsabile per tutti i danni causati all’agricoltura e all’economia in generale.
Il giorno in cui il documento di Chapela fu pubblicato, Mary Murphy e  Andura Smetacek iniziarono a inviare messaggi a un listserver di un’azienda biotecnologica chiamata AgBioWorld., distribuendoli a più di 3000 scienziati. Esse dichiararono il falso sostenendo che Chapela era prevenuto, che il suo documento non era stato comprovato e che Chapela era il “primo e  il principale attivista” e la sua ricerca fu pubblicata in collusione con gli ambientalisti. Presto, centinaia di altri messaggi apparvero, ripetendo e arricchendo le accuse. Dal listserver partì una petizione e tempestò Nature con una campagna mondiale chiedendo la ritrattazione.
Anche l’Università di Berkeley ricevette lettere da tutto il mondo che tentavano di convincerli a non concedere la cattedra a Chapela.
Egli ricevette un grandissimo sostegno dal college e dal dipartimento, ma la lobby biotecnologica internazionale era troppo forte. Gli fu negata la cattedra e solo dopo che Chapela  aprì una causa legale, alla fine l’Università riconsiderò la decisione.
Poi quando gli investigatori analizzarono le caratteristiche delle mail inviate dagli agitatori Mary Murphy e Andura Smetacek, le due si rivelarono non essere le semplici cittadine che sostenevano di essere. Secondo il Guardian, entrambi erano nomi inventati, usati da un’azienda di pubbliche relazioni che lavorava per Monsanto. Alcune delle email della Smetacek avevano anche l’indirizzo di protocollo di gatekeeper2.monsanto.com, il server di proprietà della Monsanto.
La scienza e il dibattito vengono messi a tacere.
Secondo il dott. Chapela c’è di fatto un’interdizione a scienziati “che fanno certe domande e che scoprono determinati risultati”. Egli sostiene: “ E’ molto duro per noi pubblicare in questo campo. Le persone sono spaventate.” Disse a Nature che i giovani “non entrano in questo campo esattamente perché sono delusi da ciò che vedono”.
Un membro del Parlamento Neo-Zelandese Sue Kedgley disse alla Commissione Reale nel 2001: “Personalmente sono stata contattata al telefono e mezzo mail da parecchi scienziati che sono molto preoccupati per alcuni aspetti della ricerca che viene fatta… e dei legami sempre più stretti che si stanno sviluppando tra la scienza e il commercio, e c’è chi é convinto che se essi esprimono questi  timori pubblicamente … oppure se anche gli vengono poste domande scomode e difficili, essi verranno sollevati dai loro incarichi”.
Il biologo Phil Regal dell’Università del Minnesota testimoniò davanti alla stessa Commissione: “penso che le persone che si occupano di ingegneria genetica diranno mea culpa e chiederanno perdono, come il Papa fece per l’inquisizione.”
Sue Kedgley ha un’idea differente; propone:
“facciamo esperimenti di laboratorio su umani usando come volontari, i conoscenti e i parenti degli scienziati che lavorano sull’ingegneria genetica, visto che sono così convinti della sicurezza dei prodotti che stanno creando e sono certa che queste persone saranno contenti di far parte di questi esperimenti di laboratorio”.

venerdì 30 ottobre 2015

Creano Nuove Malattie Per Vendere Farmaci


Case farmaceutiche sotto accusa per aver creato malattie al fine di incrementare e manipolare il mercato dei farmaci.
Salute umana in odor di pura cronaca. Stanno facendo il giro del mondo attraverso il web, le rivelazioni di un noto pubblicitario che rivela come le case farmaceutiche, attraverso svariate strategie, stiano da anni lavorando, alla creazione di malattie per incrementare la vendita di farmaci.

L'Influenza che Non ti Aspetti
A consolidare questa ipotesi contro le case farmaceutiche, è la continua mutazione di virus. La presenza di varianti a virus già esistenti come una semplice influenza, che anni addietro si presentava prevalentemente in inverno, ma che quest’anno, precisamente tra luglio ed inizio agosto 2015, ha fatto registrare un picco influenzale che ha portato disturbi allo stomaco e all’intestino, nonché febbre alta della durata di 2 giorni circa. Di conseguenza si è ricorso all’acquisto obbligato di farmaci in piena estate.

Le Rivelazioni
Con un articolo dal titolo “L’arte di inventare malattie”, Vince Parry, noto pubblicitario statunitense, rivelò come le case farmaceutiche abbiano trovato il sistema per creare i disturbi necessari al fine di vendere il loro prodotto. Oltre alle dichiarazioni di Parry, sono stati condotti svariati studi sul comportamento del mercato farmaceutico, che hanno portato alla luce, come le aziende farmaceutiche sponsorizzino un farmaco con obbligo di prescrizione, la cui sponsorizzazione è vietata dalla legge, creando un mercato obbligatorio. Una delle tante vicende incriminate, vede come la più recente quella del virus H1N1, che nel 2009 creò il panico nel mondo intero, ma che alla fine dei conti risultò una normale influenza suina.
Oltre a rivelazioni ed inchieste di importanti guidate da testate americane, tra le più recenti ed importati inchieste italiane, abbiamo quella effettuata nel 2013 dal programma televisivo targato Mediaset, le “Iene”, che attraverso l’uso di telecamere nascoste presso uno studio medico, svelavano una vera e propria truffa ai danni dello Stato, smascherando un giro d’affari che vedeva coinvolti medici ed informatori scientifici. I medici, in cambio di “prescrizioni inutili” di farmaci prodotti dalle loro case farmaceutiche, tra cui anche farmaci anti-tumorali del costo di migliaia di euro cadauno, avevano in cambio vari benefici come: viaggi, crociere, elettronica e tanto altro ancora.

lunedì 26 ottobre 2015

La Leggenda Dell'Acchiappasogni



Molto tempo prima che arrivasse l’uomo bianco, in un villaggio cheyenne viveva una bambina il cui nome era Nuvola Fresca.
Un giorno la piccola disse alla madre, Ultimo Sospiro della Sera: "Quando scende la notte, spesso arriva un’uccello nero a nutrirsi, becca pezzi del mio corpo e mi mangia finché non arrivi tu, leggera come il vento e lo cacci via. Ma non capisco cosa sia tutto questo.
Con grande amore materno Ultimo Sospiro Della sera rassicurò la piccola dicendole: "le cose che vedi di notte si chiamano sogni e l’uccello nero che arriva è soltanto un’ombra che viene a salvarti" Nuvola fresca rispose: "ma io ho tanta paura, vorrei vedere soltanto le ombre bianche che sono buone".
Allora la saggia madre, sapeva sarebbe stato crudele chiudere la porta alla paura della sua bimba, inventò una tela rotonda con cui pescare i sogni della notte, poi diede all’oggetto un potere magico: riconoscere i sogni buoni, cioè quelli utili per la crescita spirituale della piccola, da quelli cattivi, cioè falsi e ingannevoli.
Ultimo Sospiro della Sera costruì tanti acchiappasogni e li appese sulle culle dei bimbi del villaggio.
Man mano che i bimbi crescevano abbellivano il loro, con oggetti cari e mano a mano il potere magico cresceva, cresceva, cresceva insieme loro… Ogni Cheyenne conserva il proprio acchiappasogni per tutta la vita, come oggetto sacro portatore di forza e saggezza.
Ancora oggi gli indiani Cheyenne, costruiscono un acchiappasogni ogniqualvolta nasce un bambino nel villaggio e lo collocano sopra la sua culla. Con un legno speciale, molto duttile, plasmano un cerchio, che rappresenta l’universo e al suo interno una rete simile a quella del ragno. Alla ragnatela quindi rimarrà s’affiderà il compito di catturare i sogni. Se si tratterà di sogni positivi, il dream catcher li affiderà al filo delle perline(forze della natura) e li farà avverare. Se li giudicherà invece negativi, li affiderà alle piume d’un uccello e li farà' portare via lontano disperdendoli nei cieli.

sabato 24 ottobre 2015

Ior : Gli Scandali Della Banca Vaticana


Negli Usa l'hanno ribattezzato International offshore rule (Ior): Regime internazionale offshore. In realtà Ior è Istituto per le opere di religione, la banca del Vaticano, e tra le grandi missioni incompiute che Benedetto XVI ha tramandato a Francesco c'è il suo spinoso risanamento.
Durante il suo pontificato, Joseph Ratzinger aveva avviato un'operazione trasparenza, miseramente fallita con la cacciata dell'ex presidente Ettore Gotti Tedeschi e del cardinale Attilio Nicora dalla Commissione di vigilanza della banca di San Pietro.
«Chi tocca lo Ior muore», è la regola che - più o meno metaforicamente - domina il Torrione Niccolò V, sede dell'istituto, dalla sua apertura nel 1942.
Ufficialmente, la banca dei prelati serve a far fruttare il più possibile i beni per le opere di carità nel mondo. Nella realtà, per la sua opacità e impenetrabilità, lo Ior è diventato la centrale di riciclaggio e il veicolo dei maggiori illeciti finanziari della storia.
PERIODO OSCURO. Il periodo più oscuro dell'Istituto risale al ventennio della gestione a dire poco discussa del cardinale statunitense Paul Casimir Marcinkus (dal 1971 al 1989), che ebbe il suo apice nello scandalo della loggia P2 e nel crac del Banco Ambrosiano del 1982.
Ma, nel 2012, sul caveau blindato dello Ior si è di nuovo allungata l'ombra sinistra della mafia, con la scoperta del memoriale segreto di Gotti Tedeschi. Mentre la procura di Trapani indagava sui presunti conti cifrati del boss dei boss Matteo Messina Denaro nella banca vaticana, l'ex presidente confessava infatti di «temere per la propria vita».

L'armatore bellico e il collezionista di Beretta ai vertici dello Ior

Ci si aspetta che papa Francesco decapiti le «strutture del peccato» denunciate da Benedetto XVI. Ma nel caso dello Ior volere non significa potere. Neanche per i pontefici che, durante il loro ministero, ricevono da Dio il dono dell'infallibilità.
Dopo la rinuncia di Ratzinger, le nomine pre-conclave della banca vaticana hanno blindato, anziché rivoluzionato, il suo futuro.
Al posto dell'ex presidente Gotti Tedeschi, uomo di fiducia di Ratzinger, si è insediato l'aristocratico Ernst von Freyberg, l'avvocato tedesco già ai vertici dei cantieri di Amburgo Blohm + Voss che fabbricano navi da guerra.
Secondo indiscrezioni, von Freyberg è più vicino al vice presidente dello Ior Ronaldo Hermann Schmitz, membro della Trilaterale ed ex capo di Deutsche Bank, e al cardinale Tarcisio Bertone - plenipotenziario capo della Commissione di vigilanza dello Ior, gran camerlengo e segretario di Stato - che al papa emerito bavarese.
LE PISTOLE DEL MONSIGNORE. Nel gruppo di sorveglianza dello Ior, composto da cinque cardinali, ha fatto la sua comparsa anche un altro fedelissimo di Bertone: il cardinale ligure Domenico Calcagno, presidente dell'Apsa (la banca centrale che conia le monete della Santa sede) nonché grande collezionista di armi.
Pistole d'epoca, lucidi revolver russi, fucili turchi da guerra: nell'arsenale della sua casa di Savona, il porporato campione di tiro a segno detiene regolarmente, per sua ammissione, anche svariate carabine e pistole Beretta e una Smith & Wesson, «con le relative munizioni».

Il decreto legge di Bertone che affossa la legge di Benedetto XVI

Con questo presidio, sarà dura sfondare le mura medievali di Torrione Niccolò V, eliminando così la «sporcizia della Chiesa».
Con un motu proprio del 30 dicembre 2010. Benedetto XVI aveva varato la legge pontificia antiriciclaggio 127, per adeguare il Vaticano alle normative europee e internazionali sulla trasparenza. Il testo del papa, in vigore da aprile 2011, istituiva anche l'Autorità di informazione finanziaria (Aif), presieduta dal cardinale Nicora e con poteri di controllo e ispezione sullo Ior.
Ma per arginare il nuovo corso Bertone commissionò uno studio confidenziale al giurista Giuseppe Dalla Torre, l'esperto di diritto canonico che, nel 2012, avrebbe poi presieduto la corte del Tribunale vaticano che ha processato il “corvo” Paolo Gabriele.
POTERI SCAVALCATI. Grazie ai consigli dell'azzeccagarbugli, il governatorato di Città del Vaticano varò infine il decreto legge 159, con il quale, curiosamente, sono stati scavalcati i poteri assoluti papalini, aggirando le restrizioni della legge 127/2010 di Ratzinger.
«Quando un papa vede estromessi suoi amici personali e non riesce a imporre una sua legge ha, con tutta evidenza, le mani legate. Il gesto estremo di Ratzinger ha il sapore della vendetta, la gran vendetta del papa. Rinunciare al soglio di Pietro per azzerare tutta la Curia», commenta con Lettera43.it Eric Frattini, che nel suo libro I corvi del Vaticano ha ricostruito il braccio di ferro in corso allo Ior, intuendo nel 2012 le future dimissioni.

I sospetti sul parroco di Trapani e l'ombra di Messina Denaro

Bollato come disturbato da una perizia psichiatrica ad hoc, nel maggio 2012 Gotti Tedeschi venne sfiduciato per «incapacità» dal board laico della banca vaticana.
Le perquisizioni nella sua abitazione per l'inchiesta Finmeccanica avrebbero poi casualmente fatto saltar fuori uno scottante dossier sullo Ior che ha messo all'erta il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, artefice all'arresto del boss Bernardo Provenzano, e il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano ultimo che ammanettò Totò Riina.
Entrambi sono volati in Lombardia per ascoltare l'ex banchiere del papa e, dopo il loro viaggio, il sospetto è che il dossier contenga elementi utili alle indagini siciliane sui conti cifrati di sacerdoti in odore di mafia come padre Ninni Treppiedi, l'ex economo diocesano di Trapani sospettato di coprire Matteo Messina Denaro, successore di Bernardo Provenzano alla Cupola.
La Santa sede ha negato tutto. Ma intanto padre Treppiedi, accusato di ammanchi per svariati milioni di euro ai danni della Curia, è stato sospeso a divinis dalle sue funzioni.
LA FINE DEI BANCHIERI DI DIO. La verità è occultata nei 25 mila conti cifrati dello Ior ai quali, tra l'altro, solo il direttore generale Paolo Cipriani sembra abbia avuto accesso dalla sua nomina nel 2007. Il super manager ha sempre smentito la presenza di conti anonimi nell'istituto: solo normali «posizioni», aperte con schede anagrafiche. Ma è difficile credergli, visti i precedenti della banca vaticana.
C'è chi sospetta che durante e dopo la sua presidenza, Gotti Tedeschi temesse di fare la fine del «banchiere di Dio» all'epoca di Giovanni Paolo II. Il riferimento è Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, negli Anni '70 controllato dalle affiliate estere dello Ior, che il 17 giugno del 1982 fu trovato morto in circostanze ancora non chiarite sotto il ponte dei Frati Neri di Londra.

Il sodalizio tra Marcinkus, Sindona e Calvi e gli anni della P2

L'omicidio di Calvi - che prima della fuga scrisse anche a Karol Wojtyla implorando aiuto - fu l'epilogo della stagione più sciagurata della banca vaticana: la gestione dello Ior, battezzata nel 1968 dalla scelta di Paolo VI (considerato il papa-massone), di arruolare come suo finanziere il riciclatore della mafia italo-americana Michele Sindona.
Architetto delle scatole cinesi e mago delle speculazioni in Borsa, Sindona dirottò all'estero svariati miliardi della Santa sede, attraverso un reticolo di società schermate dello Ior: la più grande sottrazione al fisco italiano di capitali vaticani mai attuata nella storia.
IL BUCO DELLO IOR. Socio in affari del banchiere Calvi, in Vaticano Sindona strinse poi un sodalizio con Marcinkus, il monsignore di origine lituana cresciuto nei sobborghi di Chicago. A sua volta protetto, fin dagli Anni 50, dalla diplomazia anti-comunista di Washington e dal futuro papa Paolo VI, all'epoca sottosegretario di Stato Giovanni Battista Montini.
Il torbido giro d'affari tra Marcinkus, confermato da Giovanni Paolo II al timone dello Ior, e l'accoppiata Calvi-Sindona, massoni della P2 di Licio Gelli, avrebbe fruttato al Banco Ambrosiano, longa manus dello Ior in Italia, un buco di 2 miliardi di lire.
LA DC, LA P2 E IL VATICANO. La cloaca vaticana assorbiva e drenava i miliardi della mafia, per finanziare, anche attraverso servizi e gruppi segreti, movimenti come Solidarnosc o azioni anti-comuniste in Italia e nel mondo.
Come scrive nel suo libro La Repubblica delle stragi impunite Ferdinando Imposimato, «a quel tempo Sindona era cassiere di Cosa nostra» e «consulente finanziario dello Ior».
Dagli interrogatori, risultò che «parte della Democrazia cristiana e degli ambienti conservatori vaticani appoggiavano la strategia della tensione, come confermato dagli atti della Commissione P2», racconta Imposimato, presidente onorario della Corte di Cassazione, che ha indagato sulle vicende vaticane e sul Banco Ambrosiano
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La frode del secolo alle assicurazioni e il conto segreto di Andreotti

Monsignor Marcinkus riuscì a sfuggire all'arresto per i fatti del Banco Ambrosiano, opponendo alle autorità italiane il passaporto diplomatico vaticano. Ormai si trovava in un porto sicuro.
L'unico suo vero ostacolo sarebbe stato Giovanni Paolo I, eletto nel 1978. Ma papa Albino Luciani fu stroncato da un infarto, dopo appena 33 giorni di pontificato. I complottisti hanno speculato molto su un suo avvelenamento, per mano dello stesso Marcinkus.
Di certo, il predecessore di Wojtyla voleva fare pulizia di massoni e mafiosi. Ma morto un papa se ne fa un altro e, nell'era polacca, lo Ior ha continuato ad accumulare altri grandi scandali.
Dal 1987, la banca vaticana ospitò anche un deposito segreto di Giulio Andreotti, leader della Demorazia cristiana e più volte presidente del Consiglio, che, negli Anni 70, definì Sindona «salvatore della lira». Sul conto, riconducibile al monsignor Donato De Bonis attraverso la fondazione fittizia intestata al cardinale americano Francis Spellman, sarebbero stati raccolti oltre 26 milioni di attuali euro per finanziare la Dc.
LA MAXI TRUFFA DI FRANKEL. Discreto e affidabile, De Bonis era un dirigente dello Ior ideale per ricostruire una (falsa) verginità all'istituto.
Altrettanto insospettabili erano le credenziali di monsignor Emilio Colagiovanni: ex giudice della Sacra Rota che - consapevole o meno della truffa - negli Anni 90 mise a disposizione il suo conto dello Ior al millantatore statunitense Martin Frankel.
Attraverso la fondazione San Francesco d'Assisi, finanziatrice della rivistaMonitor Ecclesisaticus e con ramificazioni alle Isole Vergini, Frankel fece sparire oltre 2 miliardi di dollari, spolpati alle compagnie assicurative grazie all'eccellente passepartout vaticano: negli Usa, il processo alla truffa del secolo durò oltre 10 anni e valse allo Ior il nomignolo di maxi ingranaggio internazionale dell'offshore.
Nella banca vaticana d'altronde, basta che i conti finanzino «anche» missioni o opere pie e tutto è lecito. L'ambiguità è d'obbligo. Rogatorie, intercettazioni e controlli esterni vengono sistematicamente rifiutati. E chi ha qualcosa da ripulire o nascondere corre verso lo Ior come le api sul miele.

P4, presunti riciclaggi, Mps: gli oboli sospetti di San Pietro

Con la Louis Augustus Jonas Foundation in «aiuto ai bimbi poveri» e attraverso il paravento di monsignor De Bonis, anche Luigi Bisignani, allora responsabile delle relazioni esterne di Montedison, veicolò ai partiti parte della maxi tangente Enimont di almeno 140 miliardi di vecchie lire.
Chiusa la stagione di Mani Pulite, il nome dello Ior rispuntò poi per i fondi neri della cricca della P4 (la cosiddetta lista Anemone del 2010) e in diversi casi di sospetto riciclaggio, attraverso passaggi di grosse somme di denaro su banche come Intesa Sanpaolo, Credito Artigiano, Jp Morgan e sulla rete di bancomat vaticani gestita da Deutsche Bank. Si è infine ventilato di legami con lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, tuttora da accertare.
Per estirpare la gramigna che ramifica nella banca, il cardinale viennese Christoph Schönborn ha proposto un rimedio choc: «Chiudere lo Ior e stipulare una convenzione con una banca etica».
UNO 007 IN VATICANO. Parole sante. Eppure, risanare sembra una mission impossibile anche per il James Bond dell'antiriciclaggio: lo svizzero René Brüllhart che dal novembre 2012 è il direttore operativo dell'Aif vaticana.
Lo 007 è famoso per aver scoperto i tesori nascosti di Saddam Hussein. Ma è stato anche a capo dell'intelligence finanziaria (Fiu) del Liechtenstein: non certo un bel biglietto da visita per esibire trasparenza.
Volente o nolente, finora Brüllhart non ha fatto grande pulizia tra le mura leonine: si invoca la mano santa di Francesco.
RIVOLUZIONE IMPOSSIBILE. Ma per uno storico come Franco Cardini, esperto di questioni vaticane fin dallo Scisma d'Occidente, sarà «difficile che, suo malgrado, il papa argentino faccia una rivoluzione. In caso contrario, mi preoccuperei davvero per lui», ha raccontato a Lettera43.it Cardini.
Un conto sono i gesti simbolici a effetto come l'esaltazione della povertà francescana, «un'altra demolire realmente le strutture di potere, alla base di qualsiasi organizzazione incluso l'ordine sacro dei francescani. Figuriamoci uno Stato, anche temporale, come la Santa Sede».
Pecunia non olet, il Vaticano senza soldi è come una contraddizione in termini. L'obolo di San Pietro il peccato originale della Chiesa cattolica.