venerdì 7 agosto 2015

Tavoletta Ouija : Un Gioco Sconsigliato Anche Dagli Esorcisti


La Tavoletta Ouija, chiamata scatola weegee in inglese è una superficie piatta sulla quale sono disegnate tutte le lettere dell’alfabeto, i numeri dallo 0 al 9, spesso un “sì” e un “no” e altri simboli, il cui utilizzo è abbinato a un indicatore mobile chiamato planchette. Con Altrarealtà.com scopriamo di cosa si tratta.
Questa tavola viene utilizzata per le sedute spiritiche. Lo scopo di tale tavoletta è quello di interagire con gli spiriti: gli utilizzatori pongono delle domande a imprecisate entità, che, attraverso un medium, farebbero sì che l’indicatore, che può essere la planchette ma anche una moneta o un bicchiere, si muova sulla Tavoletta Ouija e componga, utilizzando le lettere e le cifre disegnate sul supporto, la risposta.
Usata tra il XIX secolo e il XX secolo, essa non aveva un nome preciso ed era composta solo dalle lettere dell’alfabeto. Inventori “ufficiali” della Tavoletta Ouija furono gli uomini d’affari Elijah J. Bond e Charles Kennard che ebbero l’idea di brevettare una tavoletta con stampato l’alfabeto e metterla in commercio il 28 maggio 1890. Nel 1901 un impiegato di Kennard, William Fuld, rilevò i diritti di sfruttamento della tavoletta parlante, rimettendola in produzione e dandole il nome Ouija. Dal 1991 il trademark della Tavoletta Ouila è passato dalla Parker Brothers alla Hasbro, produttrice di giocattoli.
La storia che diede spunto al film L’Esorcista ebbe inizio nel 1949 quando un giovane ragazzo ricevette in regalo una Tavoletta Ouija da una amica con un forte interesse nell’occultismo e nello spiritismo. La ragazza purtroppo stava morendo di sclerosi multipla e regalandogli la tavoletta voleva fornirgli un mezzo per rimanere in comunicazione anche dopo il suo trapasso. Sfortunatamente, invece il ragazzo incappò in qualcosa di pericoloso, e ne derivò quella che a tutti gli effetti è definita, sia dagli ambienti occultistici che religiosi, una possessione. Sul caso furono scritti articoli persino sul The Washinghton Post Fu appunto dopo aver letto questi articoli che William Blatty, l’autore de L’Esorcista, decise di scriverne un libro romanzato.
Come molte altri oggetti di tipo esoterico, come sfere, tarocchi, pendolini, la Tavoletta Ouija è entrata nell’immaginario collettivo come un gioco. Un gioco con cui è possibile, o si vorrebbe, entrare in comunicazione con gli spiriti dei defunti. Questa convinzione, rafforzata dall’uso che ne fecero all’interno del movimento spiritista nell’ultimo secolo, screditò a tal punto questo strumento che oggi la maggior parte dei maghi non prende neanche in considerazione un suo possibile utilizzo rituale.
Anche il cinema ha contribuito a diffondere la conoscenza di questa pratica divinatoria: non si contano infatti film horror nei quali i protagonisti si trovano a dover fronteggiare, spesso con esiti funesti, pericolose entità che non sono in grado di controllare, richiamate proprio dall’uso della tavoletta. Anche l’Esorcista ne è stato uno dei primi esempi.
L’uso della Tavoletta Ouija non fu esente da grosse critiche e dispute nell’ambiente degli esoteristi e, se da un verso c’erano i “puristi” della materia che ritenevano l’oggetto un mero intrattenimento ludico, dall’altro in molti ne cominciavano a fare uso. Addirittura, come riportato da Jerry Edward Cornelius, pare che lo stesso Aleister Crowley, famosissimo nell’ambiente, divenne utilizzatore della tavoletta e, con lui, anche Jane Wolfe, Therion ed altri.
Questi nomi possono non dire nulla ma, se ci si addentra nello studio della demonologia, non si può fare a meno di incontrare molto spesso questi signori dell’occultismo e maestri di esoterismo che, purtroppo, portarono al satanismo molte generazioni successive di spiritisti e negromanti.
E’ bene precisare che l’utilizzo di questo oggetto non solo è sconsigliato, ma tutti gli esorcisti ne vietano l’uso. L’aldilà, difatti, non è contattabile da nessun mortale e, salvo rarissimi casi in cui Dio permette che ciò accada, come per l’esperienza di Maria Simma, di cui abbiamo parlato, per il resto ogni forma di contatto con le anime dei defunti è, nella realtà, un inganno del demonio.
A seguito dell’interrogazioni dei defunti tramite l’uso della Tavoletta Ouija, il partecipante in forma attiva può trovarsi in situazioni molto spiacevoli, tipo  problemi e gravi disturbi del sonno, con incubi e visioni; vessazioni diaboliche, con forti problemi depressivi o ansiosi; ossessioni diaboliche, con presenza disordinata e costante di istinti violenti, autolesionisti e addirittura suicidi; infestazioni diaboliche non solo del luogo ove si è utilizzata la tavoletta, ma anche presso le diverse abitazioni dei partecipanti, con predominanza di rumori notturni inspiegabili, spostamento di oggetti, di mobili ed altro;  in ultimo, anche se molto raramente, si può arrivare addirittura alla possessione diabolica reale. Cruenti fatti di cronaca hanno turbato anche i soggetti più scettici e sono legati a doppio filo all’uso della Tavoletta Ouiji, i cui utilizzatori sono stati coinvolti loro malgrado in casi delittuosi arrivando persino ad essere vittime di morti violente.

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