Le ipotesi sostenute da alcuni psichiatri, si basano sul fatto che il rapimento alieno non è altro che un’espressione di un vissuto traumatico del soggetto, che verrebbe rimosso dal soggetto stesso producendo una forma dissociativa che si esprime nel classico "vuoto temporale". Un altro elemento che ancora oggi suscita un dibattito accesso è la dichiarazione da parte di tutti i rapiti o addotti di avere all’interno del loro corpo dei presunti impianti, inseriti chirurgicamente, proprio dagli stessi alieni. Tali impianti avrebbero lo scopo di guarire oppure di controllarci a livello mentale. La comunità scientifica, però, bolla tali ipotesi adducendo il fatto che la grande evoluzione tecnologica e medica degli alieni non sarebbe compatibile con gli stessi interventi proprio perché le cicatrici lasciate sui rapiti sono fin troppo evidenti, soprattutto da parte di chi non vuole essere scoperto.
Dunque il primo grande detrattore dell’Abduction e di tutto ciò ad esso legato, è la comunità scientifica. Quest’ultima sostiene l'impossibilità di verificare concretamente se le testimonianze sia reali oppure sono solo frutto della fantasia. Da ciò nasce lo scarso valore scientifico dell’Abductionovvero la mancanza di una prova inoppugnabile che tali rapimenti siano effettivamente accaduti. La comunità scientifica considera il fatto che vi possono essere svariate teorie e altrettante ipotesi del tutto plausibili che possono spiegare cosa siano in realtà i rapimenti alieni, da un punto di vista psicologico, biochimico o neurologico.
Preme sottolineare che, come per tutti i fenomeni non ancora spiegabili, occorre avere la massima capacità di interpretare gli eventi con rigore, la capacità di non fermarsi alla pura e semplice evidenza materiale dei fenomeni. In sostanza non basta etichettare certi accadimenti come falsi o scientificamente non attendibili ma bisogna aprirsi a tutte le possibili ipotesi e cercare di andare al di là delle proprie convinzioni. La stessa ricerca scientifica ha necessità di non chiudersi in pregiudizi o in ataviche paure di possibilità “altre”, oltre a quelle accettate universalmente, per la spiegazione di fenomeni fuori dal comune e che potrebbero minare le nostre più profonde, ma forse anche più pericolose, convinzioni sulla natura, sul mondo e sull’Universo.
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