venerdì 31 luglio 2015

I Fenomeni Poltergeist

Il termine Poltergeist deriva da due termini tedeschi, uno “geist” che significa “spirito” e l’altro “poltern” che vuol dire “bussare”. Generalmente tale fenomeno si manifesterebbe con il brusco e improvviso movimento di oggetti: sedie che si spostano, porte che si aprono o si chiudono da sole, quadri che cadono, mobili che si spostano e così via. 
I sostenitori di questa teoria dichiarano che si possano riscontrare altre manifestazioni paranormalicontemporaneamente a quelle indicate, che vanno dalla levitazione delle persone, alla comparsa di pozze d’acqua, dall'autocombustione fino all’emissione di voci. L'esistenza di questo fenomeno, mai accertata, veniva ipotizzata già ai tempi dell'antica Roma e se ne fa menzione in documenti del Medioevo in Germania, Galles e Cina. I Poltergeist sono stati oggetto di continui e approfonditi studi da parte di ricercatori e parapsicologi sin dal 1800. Nei racconti o tramite le testimonianze sui poltergeist si possono tracciare tre caratteristiche comuni e costanti: gli oggetti che si muovono raramente colpiscono le persone presenti o danneggiano in modo grave la casa.
Le manifestazioni durerebbero da alcune ore ad un massimo di alcuni anni ma in linea generale la durata si attesta nell’arco di due o tre mesi. La presenza di una particolare persona, detta persona “focale” o “agente”, che in quasi tutti i casi risulta avere un’età adolescenziale. Il temine "spirito" farebbe supporre il suo legame con eventi prodotti dalla manifestazione "rumorosa" dell'anima di un defunto. Infatti si riteneva che il defunto si manifestasse attraverso strani e bizzarri modi per attirare l'attenzione su di sé a causa delle difficoltà durante il "trapasso" così da ottenere l'aiuto dei viventi. Oppure il defunto tentava di spaventare le persone per costringerle, prima o poi, ad abbandonare il luogo dove abitavano ritenendolo di sua esclusiva proprietà. Attualmente però è convinzione comune, anche tra i parapsicologi, che le anime dei defunti in questi casi non entrano in gioco. Il primo scienziato che fece emergere il fenomeno Poltergeist fu l’inglese Robert Boyle nel XVII secolo. Durante una visita a Genova egli incontrò un Ministro Protestante, Francis Perrault. Questi gli raccontò di inquietanti fenomeni che si erano verificati nella sua casa in Francia. Così Boyle suggerì a Perrault di scrivere in maniera dettagliata gli eventi in una pubblicazione dal titolo “Il diavolo a Mascon”, che storicamente è il primo resoconto sulle manifestazioni di Poltergeist mai scritto. Gli approcci moderni al fenomeno Poltergeist furono stimolati grazie ad un esorcismo a St. Louis del 1949. Questo caso di possessione demoniaca, che ispirò il famoso film cult “L’Esorcista”, catturò l’attenzione di J.B. Rhine, titolare della cattedra di Parapsicologia dell’Università di Duke. La teoria di Rhine affermava che molti degli eventi diPoltergeist fossero riconducibili ad un potente fenomeno di Psicocinesi. I suoi studi, pubblicati in ben 47 articoli, Rhine ipotizzò che vi erano delle caratteristiche ben precise  che avrebbero potuto produrre i fenomeni Poltergeist, che lui definiva i “Recurrent Spontaneous Psychokinesis” (RSPK). In sostanza poiché le attività si riscontravano sempre in presenza di una particolare persona, Rhine dedusse che queste non erano altro che l’espressione di un suo potere PK inconscio. Fatte queste considerazioni egli tracciò una specie di identikit tipico dell’agente che causava i fenomeni Poltergeist: un bambino o adolescente con un qualche rancore o rabbia repressi, scaturiti da condizioni di stress familiare. In conclusione i fenomeni di Psicocinesi rappresenterebbero modalità inconsce di esternare ostilità senza la paura di essere puniti. In alcuni casi, quindi, attraverso specifici trattamenti di psicoterapia era possibile curare e quindi eliminare totalmente i fenomeni Poltergeist

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